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E-bike: cos’è e come funziona
 
INTRODUZIONE ALLA E-BIKE
Cos’è una bicicletta a pedalata assistita?

“E-bike” è il nome comune con cui si identificano le biciclette di ultima generazione equipaggiate con un motore elettrico che assiste la pedalata, per questo motivo vengono chiamate anche biciclette a pedalata assistita (EPAC – Electric Pedal Assisted Cycle Pedelec).

La caratteristica fondamentale che differenzia le E-bikes da un motorino, un ciclomotore elettrico o una bicicletta elettrica è il fatto che il motore della bicicletta si attiva esclusivamente quando si pedala, fornendo un “aiuto” al ciclista e di conseguenza rendendola molto meno faticosa da utilizzare rispetto a una bici normale soprattutto nei tratti in salita. Una Ebike con il motore disattivato, è in pratica, assimilabile ad una normalissima bicicletta tradizionale.
Le biciclette elettriche (ciclomotori elettrici) invece funzionano anche senza la necessità di pedalare: in questo caso il motore elettrico e l’eventuale pedalata del ciclista sono completamente indipendenti.

Cosa dice la legge?
Seguendo la distinzione sopracitata, il Codice della Strada viene in aiuto per distinguere una E-bike (o bicicletta a pedalata assistita) da una bicicletta elettrica con motore che sostituisce la pedalata. Nel primo caso l’assistenza del motore è limitata ad una velocità massima di 25 km/h (una volta raggiunti si disattiva) e la potenza nominale continua massima è di 250 Watt.
Il Codice della Strada contempla le E-bike come biciclette a tutti gli effetti, utilizzabili senza necessità di immatricolazione, assicurazione, targa, patentino e tranquillamente utilizzabili sulle piste ciclabili.
Le biciclette elettriche con motore ausiliario con potenza superiore e che “sostituiscono” la pedalata del ciclista, non rispettano queste direttive e sono soggette a omologazione dei veicoli a due ruote, con tutti gli oneri connessi.
Le biciclette a pedalata assistita (dette anche EPAC o Pedelec) sono regolate, nei paesi membri dell’Unione Europea, dalla direttiva 2002/24 CE che le definisce come mezzi “dotati di un motore ausiliario elettrico avente potenza nominale continua massima di 0,25 kW la cui alimentazione è progressivamente ridotta e infine interrotta quando il veicolo raggiunge i 25 km/h o prima se il ciclista smette di pedalare” e conseguentemente le esclude da qualsiasi obbligo omologativo.
Le biciclette elettriche che non rispettano la definizione originaria imposta dalla direttiva 2002/24 CE devono rientrare in due specifiche categorie previste dal nuovo regolamento d’omologazione così definite:

 


  • L1eA comprendente i cicli a due o tre ruote progettati per la trazione a pedale ed equipaggiati con motore elettrico ausiliario di potenza nominale continua massima non superiore a 1000 W ed in grado di esprimere velocità non superiori a 25 km/h.
  • L1eB comprendente i cicli a due o tre ruote dotati di motore elettrico con potenza nominale continua massima sino a 4000 W e velocità di costruzione non superiore ai 45 km/h.
Entrambe le categorie devono sottostare alle regole di omologazione stabilite dal regolamento comunitario appena entrato in vigore che, per quanto abbia in buona parte recepito l’esigenza espressa da Associazioni ed Istituzioni del settore di armonizzare i requisiti tecnici richiesti con le caratteristiche specifiche della merceologia bicicletta, non necessariamente coincidenti con quelle di ciclomotori e motocicli, prevede un quadro di adempimenti comunque significativi in ordine sia alla costruzione dei veicoli, alla loro sicurezza funzionale e al rispetto delle prestazioni, sia alle azioni amministrative da compiere.

I VANTAGGI DELL’E-BIKE
I vantaggi di usare una bicicletta a pedalata assistita
Le E-bikes permettono di combinare i vantaggi delle bici tradizionali con quelli dei ciclomotori: si tratta infatti di una bicicletta ecologica che rispecchia le tendenze necessarie di sviluppo sostenibile del pianeta, ha bassi costi di gestione e allo stesso tempo consente al biker di spostarsi velocemente e agilmente senza faticare, soprattutto in salita dove la spinta deve essere maggiore e nelle ripartenze ( il vantaggio per esempio di andare al lavoro non sudati, sopratutto d’estate, non è da trascurare).

  • È un mezzo ecologico come la bicicletta tradizionale poichè usa pochissima energia elettrica
  • Ha bassi costi di gestione, anche perchè dal punto di vista legislativo è paragonata a tutti gli effetti a una bicicletta tradizionale, non necessitando di omologazioni e oneri connessi. Il costo dell’energia elettrica è trascurabile, mentre quello di sostituzione batteria, più rilevante, è comunque da considerarsi a lungo termine (ogni 3 anni circa).
  • L’E-bike permette di faticare meno perchè il motore aiuta la pedalata del ciclista proprio quando lui ne ha più bisogno: nelle ripartenze e in salita. Rendendola adatta alla vita di tutti i giorni (per andare a lavoro o per fare la spesa) oppure per tour cicloturistici in zone collinari o montane 
  • Permette anche a chi non è allenato di affrontare percorsi più impegnativi (pendenze) e più lunghi che non avrebbe tentato con una bicicletta muscolare, ampliando il bacino di pubblico all’attività ciclistica all’aria aperta 
  • Benefici per la salute dati dall’attività ciclistica condivisi con le biciclette muscolari
  • Le biciclette elettriche possono essere considerate più sicure di quelle tradizionali per alcune loro caratteristiche.
I vantaggi per la salute
Le biciclette a pedalata assistita hanno in comune con le bici muscolari tutti i benefici per la salute del corpo e della mente portati da sana attività fisica in bici, che chi pedala conosce a fondo.
Grazie a uno sforzo meno intenso ma più costante le biciclette elettriche sono il mezzo ideale per fare attività fisica in modo graduale, più costante e non stressante per le articolazioni: la spinta del motore infatti si sente soprattutto nei momenti in cui normalmente si fa più fatica, come la ripartenza a un semaforo o la salita in collina o in montagna.
Le E-bikes permettono di riscoprire la gioa di pedalare: che si stia andando in ufficio, tornando dal supermercato con la spesa o facendo una vacanza in Alta val susa tra degustazioni in cantina nei paesi , Agriturismi e rifugi in quota si può decidere se farsi aiutare dal motore per i tratti più difficili in salita ed addirittura evitare di sudare. Anche se “aiutati” permette di fare salutare esercizio fisico, anche se poco intenso è l’ideale per chi vuole iniziare ad allenarsi un po’, smaltire un pranzo impegnativo al ristorante oppure prepararsi a un tour enogastronomico per cantine.
Ovviamente chi vuole divertirsi e allenarsi più intensamente sui pedali lo può fare, sfruttando al pieno E-bikes anche dopo che il motore ha smesso di assistere la pedalata (oltre i 25 km/h).
Le biciclette elettriche hanno vantaggi inoltre per l’intera società: non inquinano, non hanno emissioni nocive, sono silenziose contribuendo a ridurre tutti i tipi di inquinamento dannosi alla salute fisica e mentale. Le E-bikes sono il mezzo perfetto per lo sviluppo di una mobilità sana e sostenibile nelle nostre città e nelle nostre campagne in contrapposizione all’utilizzo dell’automobile.
Vi è poi l’esempio delle biciclette elettriche cargo per il trasporto merci: questi mezzi rendono possibile trasportare fino a 300kg e la loro distribuzione sarebbe un ulteriore passo verso un futuro meno inquinato e più sostenibile.


COME FUNZIONA L’E-BIKE
Il funzionamento delle biciclette a pedalata assistita si può sintetizzare nella presenza di un sensore di coppia che misura la potenza della pedalata: questa viene aumentata dal sensore in base al rapporto inserito. Più alto è il cambio, maggiore sarà la potenza di pedalata e maggiore sarà appunto la spinta che riceve il motore, ma solo fino ad una velocità massima di 25 km/h, poi la funzione si blocca automaticamente.
Il motore delle biciclette elettriche
Il settore dei motori elettrici per le biciclette non è standardizzato, presentando varie soluzioni studiate dai grandi marchi dell’elettronica e dell’automotive che hanno deciso di entrare in questo mondo. Le biciclette a pedalata assistita messe a disposizione da Fiorblock utilizzano i pacchetti proposti da Yamaha e Bosch i principali attori nel mondo delle Ebike.
A livello generale i motori delle E-bikes si differenziano principalmente in tre tipologie, definite dalla collocazione sulla bicicletta: all’interno del mozzo posteriore (Rear Hub Motor), all’interno del mozzo anteriore (Front Hub Motor) oppure in posizione centrale sul telaio (Central Hub Motor). Quest’ultima è la collocazione più efficiente oltre che funzionale, infatti, la distribuzione dei pesi è ottimale oltre a sfruttare al meglio la batteria, normalmente installata sul tubo obliquo della bici.
Il motore da 250 watt/36 volt è controllato da una centralina elettronica (Controller) che, in base al livello di assistenza prescelto e dallo sforzo del ciclista sui pedali, eroga una determinata quantità di potenza. In pratica, con un elevato sforzo e/o frequenza di pedalata, l’assistenza del motore elettrico sarà maggiore.
Tutti i motori delle nostre E-bikes hanno diverse modalità di assistenza (fino a quattro in base al modello): Eco+, Eco, Standard e High. Passando da una all’altra aumenta l’aiuto fornito al ciclista, fino a cessare del tutto quando si raggiunge la velocità massima imposta di 25 km/h.


FRONT HUB MOTOR: MOTORE MONTATO NEL MOZZO ANTERIORE
Si tratta di un motore integrato all’interno di uno speciale mozzo della ruota anteriore. Questa soluzione, così come quella “sorella” del mozzo posteriore, è vista come economica. Infatti, non ha bisogno di un telaio dedicato, ha costi contenuti, l’installazione è semplice e l’efficienza è elevata. Inoltre, sfruttando il freno motore all’interno del mozzo, si ottiene una rigenerazione dell’energia. Purtroppo il Front Hub Motor peggiora la manovrabilità della bici e presenta problemi sia nella direzionalità dello sterzo sia per la scarsa sicurezza nella frenata su fondi bagnati, sterrato o salita (la ruota anteriore, con meno carico rispetto a quella posteriore, può slittare). Un altro difetto irrisolvibile di tale soluzione è la sensazione di una pedalata artificiosa, essendo slegato il motore dalla trasmissione. Consigliate solo se previste per percorsi semplici e pianeggianti.


REAR HUB MOTOR: MOTORE MONTATO NEL MOZZO POSTERIORE
È un sistema strettamente legato al precedente, con gli stessi pregi e difetti ad eccezione del rischio slittamento della ruota, assente in questo caso. Pur essendo integrato nel sistema della trasmissione, prevede una scarsa flessibilità nei rapporti (pedalata più o meno agile).Sono in generale più difficili da montare in quanto potrebbero andare a interferire con il cambio. Hanno anche l’incoveniente di rendere più difficile togliere la ruota in caso di foratura, perché è necessario scollegare il cavo del motore, operazione che – se non è presente uno sgancio rapido del cavo – è delicata. Il motore collocato all’interno del mozzo posteriore è in ogni caso la soluzione preferita per i kit di conversione da bicicletta tradizionale a Ebike.

CENTRAL HUB MOTOR: MOTORE MONTATO A LIVELLO DEI PEDALI
È la soluzione preferita dai grandi brand che, in collaborazione più o meno stretta con le marche di biciclette, offrono pacchetti completi in cui il fattore estetico entra prepotentemente in gioco. Infatti, non è raro trovare biciclette elettriche dalle linee filanti e armoniose, in cui il motore e la batteria hanno un impatto visivo trascurabile.
I vantaggi sono questi e altri: grande manovrabilità a ogni andatura, pedalata naturale per la pressoché perfetta integrazione tra motore e trasmissione. Il prezzo da pagare purtroppo è un costo più elevato rispetto alle altre opzioni ma i risultati che si stanno ottenendo con questa impostazione sono importanti.
Questi motori montati centralmente, a livello dei pedali agiscono direttamente sul sistema di trasmissione della bici e hanno il vantaggio di non interferire con il montaggio e smontaggio delle ruote. Essendo solidali al telaio, e non posizionati su masse sospese come i motori al mozzo, temono meno le buche, tanto da essere una scelta praticamente obbligata per le mountain bike elettriche.
Esiste anche una differenza di regimi di rotazione delle due differenti tipologie di motore: i motori collocati nei mozzi (Rear e Front Hub) sono vincolati al numero di rotazioni della ruota su cui si trovano, determinando il fatto che nelle fasi di partenza, quando la ruota ha una rotazione lenta, anche il motore debba erogare la sua potenza a bassi regimi di rotazione in modo poco efficiente e assorbendo molta energia dalla batteria. La stessa cosa accade sulle salite più ripide, quando la velocità di rotazione delle ruote torna a calare per le basse velocità.
I motori montati sul movimento centrale invece (Central Hub) agendo sulla trasmissione, lavorano sempre ad un regime ottimale, e usando bene il cambio consumano meno.
I motori centrali generalmente sono abbinati a sensori di torsione che misurano lo sforzo del ciclista e determinano una pedalata più naturale. I motori al mozzo invece, generalmente sono abbinati a semplici sensori di pedalata, che determinano una guida meno naturale.
Se fino a poco tempo fa esisteva un dibattito sulla tipologia migliore di motore, ad oggi pare chiaro che il mercato si stia assestando sulla produzione di motori a movimento centrale, ormai accolti come standard dalle maggiori aziende del settore.
La Deambrosis s.r.l. ha assistito all’evoluzione di mercato di settore negli ultimi anni e puntando su biciclette di assoluta qualità ha sempre selezionati le migliori marche e modelli: ad oggi la quasi totalità del parco bici presente a magazzino è caratterizzata da E-bikes Urban e MTB con motore centrale.


LA QUALITÀ DEL MOTORE BRUSHLESS
Un ulteriore categorizzazione relativa ai motori è la distinzione “con spazzole” o “senza spazzole” (noti anche come “brushless”), anche se al giorno d’oggi, come vale per i motori centrali, il mercato si è assestato su di una sola categoria, ovvero quella senza spazzole. Infatti se si parla di una bicicletta con motore con spazzole si tratta verosimilmente di un modello vecchio, da non prendere in considerazione.
La tecnologia brushless è quella più avanzata e utilizzata in tutti i modelli di biciclette a pedalata assistita proposti da Fiorblock: la sua caratteristica fondamentale è che non è necessario installare un sistema di contatti su lamelle solidali al rotore. Questo si traduce nel fatto che il motore brushless, rispetto a quello con spazzole, è più leggero, più piccolo, più efficiente, e meno sottoposto a guasti.


ALTRI DETTAGLI TECNICI RELATIVI AL MOTORE
Secondo la direttiva europea 2002/24/CE, recepita in Italia con il decreto del 31 gennaio 2003 del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, una bicicletta elettrica deve avere un motore con potenza massima di 250 Watt; il motore si deve attivare automaticamente solo se contemporaneamente si pedala, e deve disattivarsi immediatamente quando si smette di pedalare; infine, il motore deve disattivarsi automaticamente anche quando si raggiunge la velocità di 25 km/h; oltre questa velocità è possibile andare, ma solo grazie alla forza delle proprie gambe (o in discesa!).
Se il motore non soddisfa questi requisiti (se è più potente, o se si attiva anche a pedali fermi), allora il mezzo su cui è montato non è dal punto di vista legale una bici, ma un ciclomotore (cioè un motorino vero e proprio, che semplicemente ha un motore elettrico al posto di uno classico a benzina), e deve quindi avere targa, assicurazione e tutte le altre noie burocratiche dei ciclomotori.


LA BATTERIA DELL’E-BIKE
La batteria è uno degli elementi più importanti, insieme al motore, delle biciclette a pedalata assistita. La batteria dell’E-bike è ciò che alimenta e dà energia al motore e ne sostituisce anche il singolo componente più costoso. Esistono diverse tipologie di batteria con diversi pressi: in generale quelle più economiche sono più pesanti e hanno poca autonomia, mentre all’aumentare del prezzo diminuisce il peso e aumenta la durata. Le batterie di qualità permettono anche di avere una durata maggiore nel tempo, riducendo le necessità di sostituzione.
Le batterie per biciclette elettriche possono essere divise in tre grandi gruppi a seconda della loro composizione chimica interna.


BATTERIE AL LITIO O LI-ION
Questa è attualmente la tecnologia migliore e più evoluta fra quelle usate per produrre batterie di biciclette elettriche, ed è anche la tecnologia utilizzata su tutte le biciclette messe a disposizione da Fiorblock
Utilizzano lo stesso standard adottato sui dispositivi mobili quali smartphone, tablet e computer portatili. Sono molto più piccole e leggere delle altre, con una capacità ce varia tra i 90 e i 150 Wh per Kg: ciò si traduce in un peso ridotto a pari capacità, o in una maggiore capacità a parità di peso, aumentando l’autonomia della bicicletta.
Le batterie al litio impiegate sulle E-bikes sono per lo più da 36 volt con una potenza che varia da 8 a 15 Ah e non soffrono del famigerato “effetto memoria”: non è dunque necessario aspettare che siano quasi completamente scariche per ricaricarle. Il prezzo ovviamente è maggiore degli altri tipi, dovuto anche al più complesso sistema elettronico di gestione della batteria.
Il tempo di ricarica varia intorno alle quattro ore ( dalle tre alle cinque a seconda dell’efficienza del modello) mentre il peso è circa due/tre chilogrammi.
Le batterie sono rimovibili dal telaio dell’E-bike grazie ad un’apposita chiave e utilizzano un caricabatterie speciale che può essere collegato ad una qualsiasi presa di corrente. Le moderne batterie Li-Ion hanno un ciclo di vita relativamente ampio, supportando mediamente mille cicli di ricarica (da 800 a 1200 secondo la qualità del modello) e mantenendo costante la capacità totale.
Nel dettaglio esistono diverse batterie al litio:
Il tipo presente da più anni sul mercato è quello basato sugli ioni di litio (Li-ion); una variante diffusa è rappresentata dalle batterie ai polimeri di litio (Li-Po), con una maggiore densità energetica (circa il 20% in più); ancora poco diffuse invece le batterie litio-ferro-fosfato (LiFePO4), molto interessanti per la loro maggiore sicurezza e soprattutto per la maggiore durata nel lungo periodo; dato che la batteria è quasi sempre il singolo elemento più costoso di una bici, può avere senso investire in batterie con una vita utile più lunga.


BATTERIE AL PIOMBO (PB)
Questa è la tecnologia più vecchia ancora in uso per le batterie ricaricabili. Il rapporto peso/autonomia è sfavorevole, nel senso che sono molto pesanti per l’autonomia che riescono ad offrire (circa 25Wh per Kg). I tempi di ricarica sono molto lunghi, richiedendo in genere 8 o più ore. Sono quindi indicate per chi prevede di usare la bici elettrica per percorsi brevi.

BATTERIE AL NICHEL-METALLO IDRURO (NIMH)
Migliori di quelle al piombo ma non ancora al top dell’efficienza (hanno una capacità di 55-70 Wh per Kg). Hanno lo svantaggio di soffrire maggiormente dell’effetto di autoscarica (nel senso che tendono a scaricarsi anche quando non utilizzate), e presentano il cosiddetto “effetto memoria”, che ne riduce di molto la capacità in caso di cariche e scariche parziali. Sono comunque pochi i modelli di ebike che le montano.

L’AUTONOMIA DELL’E-BIKE
Dare una risposta univoca alla domanda “Quanto dura la batteria?” è molto complicato poichè entrano in gioco molti fattori determinanti legati alla bicicletta e ai suoi componenti (capacità della batteria, efficienza del motore, il livello di assistenza del motore rispetto alla pedalata, livello di gonfiaggio camere d’aria), al contesto e alle condizioni esterne ( livello di pendenza del percorso, tipologia di terreno, vento, temperatura esterna – più è freddo, meno dura la batteria) ma anche al ciclista che la conduce ( peso del ciclista, tipo di conduzione e rapporti scelti ).
Un ulteriore fattore determinante è la scelta della modalità di assistenza che il ciclista può selezionare grazie al computer di bordo, scegliendo l’intensità dell’aiuto ricevuto si andrà anche a definire la durata della batteria. Ricordiamo che tutte le E-bikes messe a disposizione per il noleggio o la vendita da Fiorblock dispongono di tre o quattro modalità di assistenza alla pedalata, a partire dalla più lieve alla più intensa: ECO+, ECO, STD (Standard) e HIGH (intensità maggiore).
Cercando di azzardare qualche numero relativo alle E-bikes a disposizione di Fiorblock, con motori Bosch e Yamaha e batterie da 400Wh e da 500Wh la pedalata assistita può avere un’autonomia che va dai 50km  fino ai 90 -100km per i modelli più performanti con batterie più capienti. Ovviamente le variazioni sono definite dai fattori riportati sopra.
Chi ha intenzione di fare gite veramente lunghe ha la possibilità di munirsi di una batteria extra per contare sul doppio dell’autonomia.
Con il tempo, l’autonomia offerta dalla batteria comincerà a diminuire in modo graduale. Si tratta di un effetto che si può cominciare a percepire generalmente solo dopo 18-24 mesi, se la batteria è stata tenuta bene. Per questo motivo, è importante scegliere bici con batterie con una capacità maggiore del 15-20% rispetto a quella che effettivamente serve, in modo da allungarne il più possibile la durata utile nel tempo.


MANUTENZIONE E-BIKE E GESTIONE BATTERIE
Le batteria dell’E-bike è uno degli elementi più importanti della bicicletta elettrica: anche a livello economico, è molto spesso uno degli elementi che contribuisce maggiormente a formare il prezzo della bicicletta elettrica. È fondamentale imparare quindi a gestirle al meglio, per sfruttarle a pieno e prolungarne la vita.
Sebbene le batterie delle biciclette a pedalata assistita siano ricaricabili, si comportano esattamente come tutte le altre batterie: con il passare dei mesi la loro capacità va lentamente a diminuire, fino a quando non vanno sostituite.
Con un uso tipico di una bici elettrica, e con una accorta gestione, una batteria al litio può durare circa 3 anni. È bene ricordare al riguardo che ci sono sostanziali differenze fra le varie batterie, e che di solito una batteria migliore, dal prezzo più alto, durerà di più nel tempo, facendo in realtà risparmiare.
In linea generale la temperatura entra in gioco anche per la conservazione della E-bike, infatti, è opportuno tenere la bicicletta a temperatura ambiente, evitando sia condizioni troppo calde sia troppo fredde, o troppo umide.
Poche attenzioni possono allungare la durata delle batterie:

  • E’consigliabile farla raffreddare completamente dopo l’utilizzo e prima della seguente ricarica
  • Le batterie soffrono le basse temperature: sotto i 10°C è meglio tenere la bicicletta al chiuso e ricaricare le batteria al coperto, portandola fuori solamente al momento dell’uso effettivo.
  • Le batterie vanno trattate con cura e con una certa accortezza, evitando colpi e sollecitazioni che possono danneggiare i componenti chimici all’interno
  • Le batterie al Litio giovano di ricariche saltuarie (una volta al mese fino al 50-60%) nei periodi di non utilizzo come i mesi invernali
Per quanto riguarda la manutenzione generale della bicicletta, essendo l’E-bike un mezzo di trasporto, bisogna mantenerlo sempre alla massima efficienza, quindi procedere alle normali e necessarie operazioni di lavaggio, pulizia e lubrificazione delle parti in movimento, adottando anche altre precauzioni fondamentali. Infatti, essendo dotate di un motore elettrico con centralina e batteria, è necessario prestare la massima attenzione a ogni elemento, compresi i cavi e contatti elettrici, per evitare sgradite infiltrazioni d’acqua che potrebbero compromettere l’efficienza dell’intero sistema.Così come avviene per qualsiasi altro tipo di batteria Li-Ion, è consigliato farla scaricare completamente per i primi utilizzi, così da non pregiudicare la sua capacità di ricarica, oltre a prolungarne il ciclo vitale.
Quando si ricarica la batteria, è raccomandato lasciarla collegata al caricabatterie anche quando il display indica il 100%, perché generalmente si è intorno al 90%. Questo accade per la flessione dell’alimentazione che interviene nelle fasi finali della carica, una caratteristica comune a gran parte degli alimentatori e batterie al Litio.
Per finire, essendo la ebike un mezzo di trasporto, bisogna mantenerlo sempre alla massima efficienza, quindi procedere alle normali e necessarie operazioni di lavaggio, pulizia e lubrificazione delle parti in movimento… ma adottando anche altre precauzioni fondamentali. Infatti, essendo dotate di un motore elettrico con centralina e batteria, è necessario prestare la massima attenzione a ogni elemento, compresi i cavi e contatti elettrici, per evitare sgradite infiltrazioni d’acqua che potrebbero compromettere l’efficienza dell’intero sistema.


SOSTITUZIONE O RIGENERAZIONE DELLE BATTERIE PER E-BIKE
Anche con un’accorta gestione delle batterie, col fine di allungarne la vita e l’efficienza il più a lungo possibile è inevitabile che dopo 2 o 3 anni le prestazioni inizino a calare.
Il processo causato dalla naturale degradazione degli elementi chimici che compongono la batteria farà sì che l’autonomia diminuisca, riducendo i chilometri che si possono percorrere in modalità assistita.
In questo caso si può provvedere all’acquisto di una nuova batteria se disponibile, oppure adottare la soluzione del “ricellaggio”: ovvero la sostituzione degli elementi interni della batteria (le celle) mantenendo l’involucro esterno. In questo modo si evitano eventuali problemi di compatibilità. Le maggiori aziende offrono questo tipo di servizio che prevede la spedizione della batteria presso il laboratorio della ditta e la sostituzione delle celle e eventualmente anche del Battery Management System (BMS); se c’è spazio a sufficienza, può anche essere possibile aumentare la capacità della batteria rispetto a quella originale. Dopo una fase di test per controllare il corretto funzionamento della batteria, questa viene rispedita al cliente che può tornare a godere di una bici elettrica con decine di chilometri di autonomia.


SENSORE DI RILEVAZIONE DELLA PEDALATA
Il sistema di rilevazione della pedalata è un altro elemento importante nel mondo delle E-bikes.
Come già detto le biciclette a pedalata assistita sono gli unici mezzi con motore elettrico legalmente classificabili come “bici” in Unione Europea, hanno un motore che si attiva solamente quando si pedala. Nel momento in cui si smette di pedalare, il motore smette di agire.
Una “bici” elettrica che non rispetta questo requisito, una “bici” quindi su cui è possibile azionare il motore a pedali fermi, è classificata dalla legge europea come un vero e proprio motorino, e richiede tutti i costosi e noiosi passaggi burocratici dei motorini (immatricolazione, assicurazione, casco eccetera).
Il sensore di rilevazione della pedalata è un sensore che comunica alla centralina quando è necessario che si attivi il motore. Esistono due tipologie di sensori di rivelazione della pedalata.
Quello più semplice rileva solamente se i pedali stanno girando oppure no: il funzionamento è molto simile ai sensori dei computer per biciclette che forniscono informazioni su velocità e chilometri percorsi, ovvero su un disco che ruota solidamente ai pedali sono posizionati dei magneti che attivano un sensore posto sul telaio. Al passaggio del terzo magnete la centralina attiva il motore. Maggiore è il numero di magneti e vicini tra loro, maggiore è la reattività della bicicletta: nella prima fase della pedalata (da circa un terzo di giro a mezzo giro dei pedali) si pedala senza avere alcuna assistenza del motore, e bisogna quindi prendersi carico interamente della fatica della partenza.
Nel momento in cui si attiva il motore però, con questo tipo di sensore una bicicletta permette la cosidetta “pedalata simbolica”, ovvero è possibile in pratica limitarsi a far ruotare i pedali, senza alcuna reale fatica, lasciandosi trasportare totalmente dal motore (chiaramente in questa modalità l’autonomia ne risente particolarmente. Naturalmente è possibile anche pedalare con intensità maggiore per aumentare l’autonomia, cosa consigliata soprattutto in salita poichè sono sempre biciclette e non motorini.
La seconda tipologia di sensore è più complicata, in quanto rileva lo sforzo compiuto sui pedali attraverso la misurazione a partire dalle torsioni meccaniche che si creano quando si spinge sui pedali. Questo tipo di sensore contribuisce a determinare uno stile più naturale di pedalata: il motore si attiva immediatamente in partenza, non appena viene rilevata la pressione del piede sul pedale; quando si pedala poco intensamente, anche il motore assiste poco; quando si pedala più intensamente (in salita, o perché si vuole aumentare la velocità) anche il motore fornisce maggiore potenza.
Le bici elettriche con questo tipo di sensore nel motore (Bosch e Yamaha principalmente) più diffuse sono indubbiamente quelle della HAIBIKE, KTM, ATALA e SCOTT: tutti marchi le cui biciclette sono messe a disposizione da Fiorblock . Con queste bici è sempre necessario pedalare veramente: la “pedalata simbolica” non è possibile, ma la spinta del motore è molto intensa e l’autonomia della batteria guadagna in durata.

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